Le Bad Girls di Giancarlo Caracuzzo ammaliano Kickstarter

La storia delle Pin-Up rappresenta in maniera evidente l’evoluzione della posizione culturale e sociale della donna. Il fenomeno delle Pin-Up (dall’inglese “appendere”), nasce agli inizi del novecento con lo scopo di aumentare gli arruolamenti. In pratica, si sfruttò la bellezza del corpo femminile per attirare l’attenzione di tanti potenziali soldati. 
Si trattava sostanzialmente di ragazze ritratte nella loro ingenuità, spensieratezza, molte volte goffe.
Ma nella seconda metà del secolo, le cose stavano cambiando, la società stava cambiando e le donne pure. Iniziano a votare, a fumare, adire parolacce e di conseguenza, quando serve, a mandare a f*****o.
Le Pin-Up si trasformano. Non sono più inermi fanciulle. Hanno capito come usare il loro corpo, cervello compreso. Se il mondo prima le voleva buone e composte, allora loro diventano delle “Bad Girls”.
Su questo solco si annovera l’opera di Giancarlo Caracuzzo. Un artbook delle 30 illustrazioni più belle degli ultimi dieci anni, realizzate dall’illustratore Italiano, il quale, tra i tanti, ha collaborato con editori del calibro di Marvel, DC Comics e IDW Soleil.
Il progetto, chiamato (non a caso) Bad Girls, ospita delle ragazze disegnate con diverse tecniche, ma accumunate dalla tenacia e dalla forza che non hanno timore di mostrare.
I loro sguardi sono sicuri, determinati come chi sa quello che vuole e non ha molta voglia di rinunciare. Sia che ti guardino dal basso che dall’alto, queste Pin-Up ti guardano e ti guardano negli occhi perché è da li che entrano per rimanerti dentro.
Non sono truccate, ma sono belle comunque e loro lo sanno. Non sono più fanciulle ingenue ed indifese. Le Pin-Up di Giancarlo Caracuzzo sono armate. Ma più che delle spade e delle pistole l’arma letale è il loro corpo. Il quale viene mostrato con orgoglio. Se le Pin-Up del primo novecento si spogliavano per sbaglio o comunque per volere di altri, queste Bad Girls lo fanno per scelta e senza vergogna.

I colori scelti dall’artista sono quasi sempre accesi, vivi. In particolare, mi ha colpito un verde con diverse sfumature, ma tutte principalmente chiare, che circonda una donna con delle ali insanguinate. Questo verde sembra quasi una macchia su un muro tanto che sul fondo sfocia in tanti piccoli fiumi che sembrano degli affluenti. Molti di questi bagnano le gambe della protagonista. Quest’ultima, come già detto, ha un paio di ali, ma una delle due viene tirata verso il basso dalla mano della ragazza stessa. Un gesto emblematico che forse vuole suggerire che questa è l’epoca in cui i sogni si realizzano rimanendo con i piedi per terra, anche dopo essere caduti sulle ginocchia. 
I capelli di queste “cattive ragazze” sono spesso stravaganti. Si va dal blu al rosso, passando per l’arancione e tante altre sfumature che contribuiscono a rendere sempre più vive le protagoniste.
I capelli sono quasi sempre perfettamente scapigliati, anche quando raccolti. I corpi, sia in movimento che in posa, riescono sempre ad ammaliare in modo pericoloso. 
Non sono frequenti i soggetti maschili affianco alle “ragazzacce”. Uno di questi, però, mi ha colpito molto. Si tratta di un gorilla che si sta avvicinando ad una donna completamente nuda. Quest’ultima, tuttavia, è tutt’altro che indifesa. Ha un sguardo ed un sorriso famelici. Ha anche un coltello che noi possiamo vedere a differenza dell’ignaro gorilla. Questi sfoggia, invece, un’aria complice ed una matita in bocca a mo’ di sigaro. Ci piace immaginare che il gorilla rappresenti metaforicamente l’artista circondato da un harem di muse ispiratrici e che la donna rappresenti l’arte stessa che spinge chi la ama ad imprese assurde, ma è anche a volte in grado di ferire.
Insomma, se le Pin-Up sono state definite il secolo scorso “dive prime di divinismo” quelle di Giancarlo Caracuzzo sembrano più delle non dive con qualcosa di divino.
Io, quindi, non posso che invitarvi a dare un’occhiata al progetto Kickstarter “Bad Girls” e a sostenerlo. Potete cliccare qui per visionare il suo progetto su Kickstarter.
Lo ritengo, infatti, un bel modo per far sì che l’arte di Giancarlo Caracuzzo rimanga senza vincoli e libera di raccontare le avventure di queste meravigliose Bad Girls.

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Ciao, mi chiamo Simona Ciavaglia e sono una fashion blogger. Ad oggi su Instagram mi seguono quasi 50.000 persone. Quindi, ho deciso di sfruttare l'ampio bacino di utenza per creare su questo blog dei contenuti che riguardano la crescita personale, le novità nel mondo tech e in particolare tutti quei servizi gratuiti che in pochi conoscono, oltre a molti altri progetti che reputo interessanti.